Non dovremmo andare molto indietro nel tempo se volessimo cercare il momento in cui l’impatto della Sharing Economy ha iniziato a modificare i connotati dell’industria dell’ospitalità.
E così, in pochissimo tempo, abbiamo assistito alla crescita esponenziale di soluzioni di alloggio fornite dal comparto extra-alberghiero. Crescita che è riuscita ad arrestare completamente quella del comparto alberghiero.
Cosa sta succedendo invece in questo preciso istante?
UNO. Le strutture di piccole dimensioni si trovano ormai in un mercato saturo che non permette loro di generare profitto, gli investitori si stanno nuovamente interessando alle strutture di medie e grandi dimensioni essendo queste ultime in grado di servire segmenti di mercato difficilmente raggiungibili dall’extra alberghiero (gruppi, grossisti, grandi aziende). Anche il cliente cerca soluzioni più sicure, organizzate, che possano fornirgli tutti i servizi di cui potrebbe aver bisogno e che possano regalargli un’esperienza a tutto tondo, quindi spazi ampi e curati nel dettaglio, food, wellness, etc.
DUE. Non serve leggere gli indici demografici per sapere che siamo un paese che sta invecchiando. E così sono sempre più le strutture che vengono convertite in RSA. Si distinguono dagli ospedali, rivolti ai pazienti sofferenti di una patologia acuta e dalle case di riposo, destinate agli anziani almeno parzialmente autosufficienti. Le residenze sanitarie vanno a servire una fetta di popolazione sempre più ampia perché, oltre alla fruizione di servizi domiciliari, diurni o residenziali in percorsi socio-sanitari, vanno incontro a un altro segmento di mercato, quello del medical wellness, dove la salute è il risultato dell’attività fisica supportata dall’assistenza medica.